Baroni Capoano una passione antica per il vino

“Fratello ti faccio domanda di quel nettare per  sua santità che ne chiede provvigione”, queste le parole scritte dal cardinale d’Amalfi Pietro Capoano al fratello Raffaele in una lettera ora negli archivi della famiglia Capoano, a testimonianza di generazioni dedicate al vino. 
Nel 1997 è il dottore B. R. Capoano ad imbottigliare facendo coesistere tradizione e innovazione, avvalendosi di esperti enologi per garantire la qualità del vino. Il 2005 è l’anno in cui subentra il figlio Massimiliano, dando nuovo impulso alla produzione e alla commercializzazione. 

La tenuta dei Baroni Capoano sorge sulle colline che sovrastano Cirò Marina. Territorio riconosciuto d’eccellenza per la viticoltura. Una storia, quella del vino Cirò che ha inizio nell'VIII secolo a.C. quando alcuni coloni giunti dalla Grecia approdarono sul litorale di Punta Alice e fondarono Krimisa. La sua origine è legata alla leggenda di Filottete il quale, al ritorno da Troia, consacrò le frecce donategli da Eracle nel santuario di Apollo Aleo.
“Krimisa”è il nome che probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa, dove sorgeva un importante tempio dedicato al dio del vino, Bacco. Si dice che il “Krimisa” (o Cremissa) fosse, nell’antichità, il “vino ufficiale” delle Olimpiadi. 

Greco bianco e Gaglioppo i vitigni principali dei vini di questa azienda. Il Gaglioppo figlio di questo territorio, che solo qui rende al meglio regalando vini che si fanno conoscere e apprezzare. Un vitigno che concorre quasi al 100% alla Doc di questa zona. 

Della “Linea Speciale” il Don Raffaele: “Nasce nel cuore del Cirò da un antico vitigno collinare: il “Gaglioppo”, in vigneti anziani collinari a bassa resa di uva per ceppo. Un vino che porta con se l’autorevolezza ed il prestigio del “Barone Raffaele”, esperto nella penna e nelle leggi, che ha vissuto nel rispetto dei deboli battendosi, a viso aperto, per la propria patria”.

- Vitigno: 100% Gaglioppo. Grado alcolico: 14%. 
- Tecnica di produzione: le uve vengono lasciate maturare in collina fino all’inizio della seconda metà del mese di ottobre, successivamente subiscono una lunga macerazione seguita da un invecchiamento in botti di acciaio per almeno tre anni. 
- Caratteristiche peculiari: vino rosso granato vellutato con riflessi rubino cupo. Al palato è un crescendo di sensazioni. Il gusto è corposo, persistente e dalla morbidezza avvolgente, con sentori di grande impatto. È un vino di “nicchia” prodotto in quantità limitata ed a disposizione in bottiglie rigorosamente numerate.
- Consigli: particolarmente indicato per primi piatti elaborati, selvaggina, formaggi tipici stagionati piccanti e piatti a base di tartufo. Temperatura di servizio: 16/18°C.