compra sud

Acquistare prodotti del Sud non è campanilismo è semplicemente consapevolezza!

Si parla sempre di più dei prodotti del Sud  e di come sia necessario acquistarli per poter sostenere l’economia e le aziende meridionali. Ma lo facciamo davvero? E soprattutto è così facile farlo? 

Nella grande distribuzione a farla da padrone sono le famose marche legate alle multinazionali. La pubblicità ci martella con prodotti figli di una globalizzazione che ha standardizzato tutto, buttando alle ortiche anche il semplice concetto di territorialità. Ormai tutti si sono appropriati del KM 0 e di idee che in realtà hanno poco a che fare con l’effettiva situazione. 

E quello che è veramente a KM 0, genuino e prodotto rispettando l’ambiente non viene acquistato perché il prezzo, in molte occasioni più elevato viene “mal digerito”, è il caso di dirlo, dai possibili acquirenti. Compratori che, in molte occasioni, sono quelli che utilizzano la frase, rilevatrice di tutti gli scheletri enogastronomici nell’armadio “mi puoi dare questo salume (notoriamente scarsissimo di qualità, ma a buon prezzo) tanto devo usarlo per cucinare”. 

Comprare Sud significa molto di più di quello che si può immaginare. Comprare Sud significa che tutti i soldi spesi ad acquistare prodotti del Nord rimangono nelle regioni del Mezzogiorno, significa che avere più richiesta porta ad aumentare la produzione e quindi ad avvalersi di maggiore forza lavoro. 

Fare attenzione alla provenienza del prodotto costa un po’ più di attenzione, ma è utilissimo. Comprarlo sotto casa e in un negozio specializzato ha un valore inestimabile per un territorio spogliato e volutamente, dobbiamo ammetterlo, pronto a soddisfare esigenze che con il Sud hanno nulla a che fare. 
Si dice che per cambiare abitudini servano circa venti giorni. Venti giorni di attenzione estrema e di sacrificio, senza dubbio, ma alla fine il risultato sarà impagabile in termini di ricaduta sui nostri territori. 

Riappropriarsi del gusto tipico di un posto, pretendendo che un prodotto venga valorizzato anche e soprattutto per rimanere identitario di un luogo, evitando quello che si è verificato nello Yorkshire con la nduja prodotta lontana dalla “madre patria”.

Non è campanilismo è semplicemente consapevolezza!