parete olio

L'Olio in Calabria

La leggenda vuole che la dea Atena durante una disputa con Poseidone per offrire il dono più bello al popolo, con Zeus come arbitro, da una roccia fece nascere un albero di ulivo, maestoso rispetto al cavallo creato dal rivale. Zeus scelse e benedì l’albero e dal quel momento Atena diventò la dea di Atene e l’albero  divenne sacro e rispettato da tutti. 

E se ai Greci dobbiamo vino e olive grazie ai Romani si consolidarono la lavorazione e le tecniche tramandate nel tempo. La Calabria ha potuto contare da sempre su un’elevata produzione di olio. Sono circa cinquecento le cultivar presenti nella regione che possiede uno dei patrimoni varietali autoctoni olivicoli tra i più ricchi. Olio extra vergine d’oliva, ma anche il cosiddetto “lampante”, quest’ultimo utilizzato nei lumini di tutta Europa per illuminare le strade. 

L’olivo era raffigurato nelle antiche monete di Crotone come simbolo di ricchezza, ma anche utilizzato come elemento di scambio fino alla caduta dell’Impero Romano che ne decretò la crisi. Furono le Repubbliche Marinare di Venezia e Genova a riprenderne il commercio.
Piccante ed amarognolo sono le due caratteristiche che rendono l’olio calabrese un prodotto unico e di altissima qualità, più o meno spiccate in base alla varietà. 

Diverse le varietà di ulivo presenti in Calabria tra le quali: 

Ottobratica: pianta autoctona molto vigorosa conosciuta anche come Dolce, Mirtoleo, Ottobratico. Chiamata così per la maturazione del frutto che avviene appunto ad Ottobre, è presente negli uliveti dell’entroterra reggino e sulle colline preaspromontane. Con una forma ovoidale, leggermente asimmetrica, da un olio di colore giallo dorato, dal profumo fruttato con spiccato sentore di erba unitamente a cardo e mela, con sapore equilibrato con leggeri toni di amaro, piccante pronunciato

Carolea: viene chiamata anche Calabrese perché fortemente identitaria del territorio, può essere coltivata fino agli 800 metri di quota su terreni sassosi. Coltivata in tutte e cinque le province è la varietà predominante in quella di Catanzaro L'olio prodotto con la carolea è di elevata qualità. Il colore è giallo con belle venature verdognole. 
Grossa di Cassano (Cassanese): albero vigoroso con una chioma mediamente folta. Conosciuta anche come oliva grossa di Cassano. La Piana di Sibari e la provincia di Cosenza le zone vocate. Se ne ricava un olio extravergine di colore giallo paglierino, quasi limpido, che offre profumi di mandorla ed erbe aromatiche

Tonda di Srongoli: coltivata nell’area crotonese con un frutto di medie dimensioni è conosciuta anche come Olivo Pentone, Strongolese, Tonda di Filogaso o di Filadelfia. Con note di dolce e amaro al gusto e un inequivocabile piccante. 

Grossa di Gerace: presente prevalentemente da Monasterace a Brancaleone con diffusione massima tra Gerace e Locri. Tra novembre ed inizio dicembre si procede alla racconta. Si adatta bene al terreno più sensibile al clima. Dolce al gusto con il sentore amaro e piccante più attenuato