Mulangiani chjini

Mulangiani chjini, regine indiscusse delle tavole calabresi

Con o senza carne nel ripieno, con o senza sugo, ingrediente segreto ereditato dalla nonna solo in punto di morte, chiaramente fritte, anche se ce chi si azzarda a farle al forno e poi rigorosamente senza delle chiare dosi alle quali rifarsi, il "quanto basta", ma soprattutto “nu pocu” regna sovrano. Stiamo scrivendo di loro “I Mulangiani chjini”.

La melanzana è la regina indiscussa delle tavole estive calabresi e le ricette che la vedono protagonista sono numerosissime. Proposte per accogliere una persona che non si vede da tanto, per fare bella figura, ogni famiglia con le sue tradizioni, la sua ricetta particolare sa di andare sul sicuro, le papille gustative del commensale non avranno scampo! 

Le origini del nome non risalgono alla lingua greca né latina, considerando che l'ortaggio venne introdotto in Europa dagli arabiche la nominarono “badingian”, termine che in Italia divenne “petronciano”. Nome che di fatto poteva creare possibili fraintendimenti, motivo per il quale si decise di modificare la radice del termine “petronciano” col nome del frutto più conosciuto, la mela. Di conseguenza, prima di assumere il nome definitivo ed attualmente accettato, la melanzana fu chiamata melan-giana. La melanzana cruda apporta solamente 18 Kcal per 100 grammi; prendendo come riferimento una melanzana dal peso ideale di 100 grammi, il 92,7% è costituito da acqua, mentre il rimanente 7,3 % è ripartito tra carboidrati (2,6%), fibre (2,6%), proteine e grassi (tracce). Assorbe molti sali minerali dal terreno, in particolare potassio, ed è ricca in fibre. (Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/benessere/melanzane.html). 

Per fare “I Mulangiani chjini” si usano quelle medio piccole. Si fanno bollire, si tagliano a metà e si scavano realizzando di fatto con la buccia una barchetta e, con la polpa, si prepara il ripieno aggiungendo pane raffermo, pecorino, aromi e uova per renderlo più compatto. Si adagia sulla buccia e si rende il tutto uniforme e il passo successivo è quello della frittura. Con il ripieno rimasto si possono fare delle polpettine, altrettanto gustose.

Per il vino in abbinamento, mettendo da parte per un momento il classico e per molti insostituibile "vino del contadino", considerando in questo caso l'assenza della carne e del sugo, si è pensato a uno realizzato con malvasia e chardonnay.