Spazio cucina di Pecco a Cremona

PECCO, la Piazza Etica Calabria Contadina conquista il BonTà di Cremona

(Fonte Duesse Adv/Bresciaup.it)

Al Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori, il meglio della produzione enogastronomica calabrese, messa da Pecco elegantemente in vetrina, sapientemente raccontata, promossa e fatta degustare. Una preziosa occasione per la Calabria tutta.

Cremona, 23 novembre 2019 - PECCO, Piazza Etica Calabria Contadina, la bella e indubbiamente importante iniziativa di RistorArt, capitanata con grande entusiasmo e spinta emotiva (quella di chi, evidentemente, “ci crede” fino in fondo) da Nicola Capogreco, imprenditore che ha fatto una sua missione personale l’indubbia necessità e opportunità di promuovere al meglio l’enogastronomia calabrese, e attraverso di essa, in un’ottica di filiera, il turismo gastronomico (vera, se non unica, ma sicuramente principale “vena” aurea dell’economia regionale) è sbarcata nei giorni scorsi a Cremona, dove ha conquistato senza mezzi termini il numeroso pubblico de Il BonTà, il Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori.

 Tra i 2.000 prodotti artigianali provenienti da 16 regioni italiane, presenti tra i padiglioni di CremonaFiere, grazie a PECCO i visitatori hanno potuto assaggiare e scoprire nel dettaglio tante delizie del territorio calabrese.

Con i suoi prodotti e la presentazione delle rispettive aziende dettagliatamente selezionate sul preciso metro della qualità, della tracciabilità, dell’affidabilità, PECCO ha attratto e incuriosito, facendosi decisamente apprezzare per la specificità e la “bellezza” del suo innovativo progetto nato in Calabria nel 2018 come sintesi dell’esperienza professionale maturata in tutt’Italia, con uno spazio aperto a tutti i consumatori calabresi, quello appunto della Piazza Etica Calabria Contadina, riproposta (naturalmente in dimensioni ridotte, ma uguale nella sostanza) a Cremona, per poter gustare ed acquistare prodotti calabresi di eccellenza a km0, sia sotto forma di materie prime che di prodotto trasformato, ad un prezzo etico, giusto, conveniente ed accessibile.

La piazza di PECCO, ovvero, come vien detto in linguaggio informatico, la sua “versione beta”, al piano terra della Cittadella Regionale Calabria a Catanzaro  è, infatti, allo stesso tempo un mercato coperto dove si possono trovare tutte le eccellenze territoriali calabresi, e contestualmente la casa dell’agroalimentare e dell’enogastronomia regionale grazie ad una minuziosa e continua ricerca di prodotti regionali, garantiti e tracciati, selezionati per tipicità e qualità, ed a una rete di produttori d’eccellenza direttamente fidelizzati al progetto culturale-economico-gastronomico di PECCO. Uno spazio dunque assolutamente innovativo, unico, da vedere e propriamente da “gustare”.

Proprio per tali ragioni al BonTà di Cremona, che ha chiuso questa sua XVI edizione con un bel successo e una gran folla per tutti e quattro giorni di fiera a fare slalom tra la miriade di colorati stand lungo l’area espositiva (aumentata del 25% rispetto alla precedente edizione), uno degli stand più gettonati è stata proprio l’isola di PECCO, dove oltre alla libera degustazione e all’acquisto dei prodotti locali, è stato possibile gustare piatti saporiti e “indimenticabili”.

Piatti ben cucinati, con materie prime eccellenti, ma soprattutto (è questo è l’importante: il cosiddetto, e oggi più che mai indispensabile, “storytelling”) sapientemente “raccontati” con cortesia, accoglienza, disponibilità e preparazione. Elementi che hanno reso PECCO ambasciatore della migliore Calabria ed una  concreta opportunità per produttori e consumatori. Una bella “sfida”, certo, un progetto ambizioso e coraggioso, che comunque, già ben piantato in Calabria, qui sul mercato “esterno” di Cremona ha positivamente evidenziato tutta la sua fondatezza, la sua efficacia, la sua “bontà”, con l’effettiva possibilità, ora nuovamente testata e comprovata, che si tratti di una bella idea e con ottime prospettive di espansione nel nord Italia ed Europa.

All’isola di PECCO, infatti, si è registrato davvero un bel via vai con addetti ai lavori, manager del turismo e della ristorazione, distributori e grossisti, professionisti vari, giornalisti, chef stellati e non, sommelier, personalità locali, e poi una folta delegazione di forze istituzionali cittadine cremonesi e dell’Ente. Inoltre, presenti da PECCO i premiati di “Calabria a Tavola”, gli “adepti” dell’Accademia Italiana del Peperoncino col loro incontenibile testimonial, l’attore Gianni Pellegrino - Re Peperoncino, e quindi i tanti buongustai e i “curiosi”. E naturalmente, un bel po’ di calabrolombardi, visibilmente ebbri degli irresistibili richiami olfattivi del desco natio (in assaggio, anche il morzello catanzarese!).

L’intendimento (e la speranza), oltre il lavoro finora felicemente compiuto (e quello da compiere ancora) in Calabria, è dunque affrontare adesso questa competizione esterna, spingere la Calabria oltre i suoi confini, forte comunque della grande consapevolezza identitaria-culturale e dell’eccellenza della cucina calabrese universalmente apprezzata e amata con i suoi prodotti che si stanno facendo largo sul mercato mondiale: non solo la ‘nduja e i salumi; ma l’olio, il vino, i formaggi, le unicità bergamotto-cedro-liquirizia-clementine-annona, il pane coi grani veri calabresi, i dolciumi, le spezie e via dicendo.

PECCO, insomma, avanti tutta per espatriare al nord: da sola, o ancora meglio - come spiega lo stesso Capogreco - in un’ottica di affiliazione, diciamo anche di franchising, con la prospettiva di veder nascere finalmente ristoranti di cucina calabrese, ambasciatori delle ricchezze ma anche delle bellezze calabre, un po’ ovunque, così come da tempo sono nati e prosperati quelli pugliesi, siciliani, abruzzesi. In effetti, a ben vedere, e chissà perché, ristoranti calabresi propriamente detti, non se ne trovano fuori dalla regione: ce ne sono tantissimi “di calabresi”, di proprietà di calabresi, che fanno cucina calabrese. Ma non con il “marchio” Calabria ben impresso, esplicito. E’ un fatto, questo, che a PECCO non va giustamente giù, e a cui vorrebbe porre, per così dire, rimedio.   

Bene per PECCO in regione, e soprattutto oltreconfine, dunque. E bene, una volta di più, e a tutto tondo, per la Calabria della buona tavola, del gusto, della qualità, del corretto comportamento alimentare, del green, dell’eccellenza e del “glocal”. Se noi siamo, come si dice, quello che mangiamo, con PECCO c’è da sperare in un buon futuro.